Lego: basta solo il nome per richiamare immediatamente l’immagine di quei mattoncini colorati che da generazioni stimolano la creatività di grandi e bambini, permettendo alla fantasia di dispiegare le proprie ali nella realizzazione delle più diverse strutture, improponibili in alcuni casi, in altri vere e proprie opere di ingegno. Proprio per celebrare i Lego (come familiarmente vengono chiamati in Italia) e le infinite possibilità che i mattoncini permettono, sarà allestita a Milano una mostra imperdibile, i cui biglietti sono già acquistabili sui circuiti ufficiali.

  1. La mostra – The Art of the Brick
  2. Nathan Sawaya
  3. La storia della Lego
  4. Legoland in Italia
  5. Come arrivare alla mostra Lego – The Art of the Brick
  6. Approfondimenti

La mostra – The Art of the Brick

Una mostra definita dalla Cnn “una delle 10 esposizioni al mondo da non perdere”: ecco cosa ci aspetterà a Milano, presso Ride Milano di via Valenza. La data di partenza di questa mostra spettacolare non è stata svelata, tuttavia i biglietti sono già stati messi in vendita, al prezzo di 15 euro per gli adulti e 10 per i bambini. Ma cosa dovremo aspettarci da questa mostra? Dobbiamo prepararci a entrare in un paese delle meraviglie, creato dall’abilità di Nathan Sawaya, l’artista vincitore dell’Unique Art Awards 2011 a New York, nella sezione Most Creative Unusual Art. Ci troveremo a passeggiare tra monumentali costruzioni fatte con il Lego, che faranno impallidire i nostri miseri tentativi di costruzioni con gli stessi mattoncini. Con una combinazione di stupore e invidia potremo ammirare forme fantastiche e ricostruzioni di famose opere d’arte come il Bacio di Klimt, il David di Michelangelo, La notte stellata di Van Gogh e La Gioconda di Leonardo Da Vinci.

Una mostra che promette di essere una gioia per adulti e bambini, proprio come nello spirito dei Lego, che da anni accompagna grandi e piccini nelle sfide a rendere concrete le proprie fantasie. E siccome l’immaginario è il tema principale di questa mostra, non poteva mancare il più famoso dei dinosauri, il Tyrannosaurus Rex, qui rappresentato da un esemplare lungo oltre 6 metri, che probabilmente sarà il pezzo preferito dai più piccoli.

Lego- T-rex

Ma la mostra non si esaurisce nello spettacolo creato da Sawaya con i Lego: è infatti presente un’area contenente una collezione multimediale di fotografia Lego prodotta assieme al fotografo Dean West. E se la visione delle creazioni di Sawaya avrà stimolato la nostra fantasia e la nostra voglia di metterci alla prova con i mattoncini più famosi del mondo, la mostra prevede un’area “Play and Build” dove milioni di Lego saranno a disposizione per momenti di gioco e condivisione.

Nathan Sawaya

Nathan Sawaya, ormai conosciuto a livello mondiale in qualità di “brick artist” proprio per il suo lavoro con i Lego, è un artista newyorkese che nel 2001 decise di lasciare la sua professione di avvocato per dedicarsi completamente alla sua passione, i mattoncini colorati.

Nathan Sawaya

Nei suoi studi tra Los Angeles e New York, l’artista ha a disposizione più di due milioni di mattoncini Lego che nelle sue dita si assemblano per creare capolavori mai banali, in cui l’abilità manuale si sposa con un assemblaggio cromatico ossessivo e concepito con cura quasi maniacale. L’artista procede in modo metodico nella realizzazione delle sue opere: inizialmente realizza un semplice schizzo, dopodiché studia la futura collocazione dell’opera nello spazio per terminare trasferendo il disegno a un computer che ne definisce la scala. I soggetti che costituiscono le opere realizzate da Sawaya con i Lego sono eterogenei: possiamo avere corpi umani colti in particolari stati emotivi, in procinto di liberarsi da muri o braccia che li imprigionano così come copie di celebri opere d’arte e architettoniche come il Partenone, ma anche riproduzioni di animali preistorici, come il monumentale T-Rex presente alla mostra di Milano.

La storia della Lego

La storia dei Lego è una storia di tenacia, perseveranza e rinascita, ben simbolizzata nella struttura stessa, quasi indistruttibile, dei suoi questi mattoncini colorati. La lego è presente nella vita di milioni di persone dal 1923, quando venne fondata da un carpentiere danese letteralmente sulle ceneri di una tragedia. Se dovessimo usare una metafora, pescando a piene mani da un universo simbolico, potremmo accostare i Lego all’Araba Fenice che risorge dalle sue ceneri: l’azienda dei mattoncini colorati, infatti, è sopravvissuta a ben tre incendi, senza che ciò minasse la tenacia dei suoi fondatori. Il padre della Lego è Ole Kirk Christiansen, carpentiere danese con un’enorme passione per i giocattoli di legno, cui decise di dedicarsi totalmente, facendoli diventare la propria attività. Non a caso il nome Lego nasce dalla fusione dei termini danesi ‘leg godt’, che significano “gioca bene”, sfruttando al contempo l’assonanza con la parola latina “lego” che significa “io metto insieme”.

Ole Kirk Christiansen

Ole Kirk Christiansen

Nel 1919, prima della fondazione dell’azienda Lego vero e propria, Christiansen possedeva un negozio di giocattoli in quel di Billund, il suo paesino d’origine: praticamente un villaggio, destinato, in un futuro non troppo distante, a diventare sede della più grande e famosa fabbrica di giocattoli del mondo. Inizialmente l’attività lavorativa del futuro fondatore della Lego era incentrata sui classici lavori di falegnameria: scale, sgabelli e assi da stiro. I giocattoli di legno rimanevano confinati nella sfera della passione, che per quanto grande potesse essere non era ancora non trasformata in un business. Gli affari procedono, più o meno bene, fino alla prima delle tragedie che si abbattono su

Nel 1919, prima della fondazione dell’azienda Lego vero e propria, Christiansen possedeva un negozio di giocattoli in quel di Billund, il suo paesino d’origine: praticamente un villaggio, destinato, in un futuro non troppo distante, a diventare sede della più grande e famosa fabbrica di giocattoli del mondo. Inizialmente l’attività lavorativa del futuro fondatore della Lego era incentrata sui classici lavori di falegnameria: scale, sgabelli e assi da stiro. I giocattoli di legno rimanevano confinati nella sfera della passione, che per quanto grande potesse essere non era ancora non trasformata in un business. Gli affari procedono, più o meno bene, fino alla prima delle tragedie che si abbattono sul padre della Lego: nel 1924 il figlio di Christiansen causa accidentalmente un incendio nel negozio di falegnameria che ne rimarrà distrutto, complice anche l’enorme quantità di legno che vi era accatastata. L’incendio fu talmente vasto da comportare anche la distruzione dell’abitazione della famiglia, che si trovava proprio sopra al negozio stesso. Tuttavia Christiansen non si fece prendere dallo sconforto e, rimesse insieme forze e sostanze, riparte quasi da zero, aprendo un nuovo negozio. Di nuovo gli anni scorrono tranquilli, fino all’arrivo della seconda sciagura, questa volta di respiro internazionale: il 1929 e il martedì nero. La borsa americana crolla, trascinando nel baratro il mercato azionario e l’economia di tutto il mondo: in quel vortice rimane coinvolto anche il piccolo negozio di Christiansen. Ma come se non bastasse, la sorte decide di accanirsi contro il futuro fondatore della Lego: nel 1932 morì, infatti, l’adorata moglie, gettando Christiansen nello sconforto. Gli anni tra il 29 e il 32 furono quindi anni estremamente difficili: il crollo della borsa e la morte della moglie si unirono infatti a un forte crollo del fatturato, con il rischio di far precipitare l’azienda in bancarotta. Christiansen si vide costretto a licenziare quasi tutti i suoi dipendenti e a diversificare il mercato, per riuscire a sopravvivere. Ma proprio l’anno che fu per lui il più doloroso, segnato dalla morte della moglie, fu al tempo stesso l’anno della rinascita. Infatti, sull’onda della necessità, il carpentiere danese iniziò a utilizzare le riserve di legno stoccate nei magazzini per creare prodotti che risultassero più appetibili sul mercato, tra cui giocattoli economici ma di qualità per bambini. Dal legno la produzione si sposterà sulla plastica negli anni del dopoguerra, un cambiamento nei materiali utilizzati era anch’esso frutto della necessità: alla fine della guerra c’era ovviamente penuria di materie prime, oltre alla scarsità di macchinari per la produzione, andati distrutti durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Si ebbe quindi un’impennata nella diffusione della plastica, accompagnata a una produzione di macchinari sempre più evoluti per lo stampaggio della plastica a iniezione: grazie alle nuove tecnologie, divenne possibile iniettare la plastica fusa in forme precise, per crearne di nuove. Sperimentando con queste nuove possibilità, nel 1949, venne creato quello che si può a ragione considerare il prototipo dei futuri Lego come noi li conosciamo: un mattoncino a incastro chiamato “Automatic Binding Bricks” ossia una serie di mattoncini che attraverso un dispositivo a incastro erano in grado di legarsi gli uni agli altri. Ecco che nascono così i famosi mattoncini colorati Lego, che verranno poi perfezionato dal figlio di Christiansen. Si può dire che la filosofia alla base della Lego rispecchiasse lo stato d’animo di tutta le popolazioni colpite dalla tragedia della guerra: la necessità di dover costruire per poter ripartire con le proprie vite, con nuove case, nuovi edifici, che dessero la sensazione di mettersi gli orrori alle spalle e abbracciare un futuro carico di nuove possibilità.

: nel 1924 il figlio di Christiansen causa accidentalmente un incendio nel negozio di falegnameria che ne rimarrà distrutto, complice anche l’enorme quantità di legno che vi era accatastata. L’incendio fu talmente vasto da comportare anche la distruzione dell’abitazione della famiglia, che si trovava proprio sopra al negozio stesso. Tuttavia Christiansen non si fece prendere dallo sconforto e, rimesse insieme forze e sostanze, riparte quasi da zero, aprendo un nuovo negozio. Di nuovo gli anni scorrono tranquilli, fino all’arrivo della seconda sciagura, questa volta di respiro internazionale: il 1929 e il martedì nero. La borsa americana crolla, trascinando nel baratro il mercato azionario e l’economia di tutto il mondo: in quel vortice rimane coinvolto anche il piccolo negozio di Christiansen. Ma come se non bastasse, la sorte decide di accanirsi contro il futuro fondatore della Lego: nel 1932 morì, infatti, l’adorata moglie, gettando Christiansen nello sconforto. Gli anni tra il 29 e il 32 furono quindi anni estremamente difficili: il crollo della borsa e la morte della moglie si unirono infatti a un forte crollo del fatturato, con il rischio di far precipitare l’azienda in bancarotta. Christiansen si vide costretto a licenziare quasi tutti i suoi dipendenti e a diversificare il mercato, per riuscire a sopravvivere. Ma proprio l’anno che fu per lui il più doloroso, segnato dalla morte della moglie, fu al tempo stesso l’anno della rinascita. Infatti, sull’onda della necessità, il carpentiere danese iniziò a utilizzare le riserve di legno stoccate nei magazzini per creare prodotti che risultassero più appetibili sul mercato, tra cui giocattoli economici ma di qualità per bambini. Dal legno la produzione si sposterà sulla plastica negli anni del dopoguerra, un cambiamento nei materiali utilizzati era anch’esso frutto della necessità: alla fine della guerra c’era ovviamente penuria di materie prime, oltre alla scarsità di macchinari per la produzione, andati distrutti durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Si ebbe quindi un’impennata nella diffusione della plastica, accompagnata a una produzione di macchinari sempre più evoluti per lo stampaggio della plastica a iniezione: grazie alle nuove tecnologie, divenne possibile iniettare la plastica fusa in forme precise, per crearne di nuove. Sperimentando con queste nuove possibilità, nel 1949, venne creato quello che si può a ragione considerare il prototipo dei futuri Lego come noi li conosciamo: un mattoncino a incastro chiamato “Automatic Binding Bricks” ossia una serie di mattoncini che attraverso un dispositivo a incastro erano in grado di legarsi gli uni agli altri. Ecco che nascono così i famosi mattoncini colorati Lego, che verranno poi perfezionato dal figlio di Christiansen. Si può dire che la filosofia alla base della Lego rispecchiasse lo stato d’animo di tutta le popolazioni colpite dalla tragedia della guerra: la necessità di dover costruire per poter ripartire con le proprie vite, con nuove case, nuovi edifici, che dessero la sensazione di mettersi gli orrori alle spalle e abbracciare un futuro carico di nuove possibilità.

Nel 1955 in casa Lego arriva l’innovazione decisiva che renderà i Lego un successo a livello planetario: la creazione del “sistema di gioco” ossia la possibilità di incastrare tra loro non solo i mattoncini di una particolare scatola ma tutti i mattoncini Lego, anche quelli contenuti in scatole diverse. Questo, unito alla moderna forma del design, ha portato il mattoncino Lego a diventare un’icona a livello planetario. Nel 1958, sei anni dopo la morte del fondatore, il figlio riuscirà a brevettare la loro creazione, rendendo la Lego un marchio riconosciuto a livello mondiale. Da quel momento, dopo tanto dolore e fatica, iniziano gli anni d’oro della Lego, che vedrà i suoi introiti crescere vorticosamente al punto da portare all’apertura, nel 1968, del primo parco a tema a Lego, ovviamente chiamato Legoland. Il luogo scelto non poteva che essere vicino al paesino di Billund, dove l’azienda aveva iniziato a muovere i suoi primi passi. A questo primo parco, altri sette se ne affiancarono nel corso degli anni e non limitati ai solo confini europei: infatti oltre ai 3 parchi del vecchio continente, ne sono stati costruiti due in America (Florida e California) e tre in Asia (in Giappone, Malaysia e Emirati Arabi), tutti caratterizzati da costruzioni eseguite con i mattoncini Lego.

Legoland

Purtroppo le difficoltà sono sempre in agguato e negli anni ottanta un nuovo competitor inizia a minacciare l’azienda della Lego, un competitor nato da una rivoluzione nel mondo dell’intrattenimento ludico: l’arrivo delle nuove console di videogiochi. Questa importante innovazione determinò infatti un profondo cambiamento nelle abitudini di gioco delle nuove generazioni, che andarono progressivamente abbandonando i mattoncini colorati a favore di joystick e giochi avventuristici. Ma, ancora una volta l’azienda seppe rinnovarsi, creando delle partnership in grado di valorizzarla e salvarla dal fallimento: come non ricordare, ad esempio, la famosa linea dedicata a Guerre Stellari? E questa è solo una delle collaborazioni più famose: non esiste praticamente fenomeno di massa che non sia stato immortalato dai mattoncini Lego. Abbiamo quindi, giusto per fare qualche ulteriore esempio, la linea dedicata a serie tv di culto in cui vengono ricreate le ambientazioni iconiche di serie come Friends, The Big Bang Theory o la più recente Stranger Things. Sembra superfluo sottolineare come anche i Simpson siano stati oggetto di un tributo simile da parte della Lego, con la riproposizione della mitica casa della famiglia fino ai vari personaggi che animano la serie.

Sono molti i record di cui la Lego può vantarsi nella sua lunga storia: uno degli ultimi successi è l’innalzamento a Tel Aviv della torre più alta mai realizzata interamente con i mattoncini Lego. Si tratta di una torre di quasi 36 metri di altezza, innalzata in piazza Rabin per commemorare un bambino di 8 anni, Omer Sayag, morto di cancro e la cui grande passione erano appunto i Lego. Il progetto è un impegno congiunto tra il municipio cittadino e Young Engineers, un’organizzazione che promuove l’apprendimento proprio attraverso l’uso dei mattoncini della Lego. I vari pezzi sono stati donati da privati, aziende locali e organizzazioni governative. giocattolo. Per costruire l’intera struttura sono state usate corde e gru: si è proceduto per parti di Lego che sono state composte a terra per poi essere assemblate, pezzo per pezzo, grazie all’ausilio della gru.

Lego Tower - Tel Aviv

Lego Tower – Tel Aviv

Infine proprio recentemente la Lego ha adottato un approccio ecosostenibile per la produzione dei suoi mattoncini, con l’impiego di una plastica speciale ottenuta dalla canna da zucchero. Oggi Lego vale 7,8 miliardi di dollari e ha circa 17.500 dipendenti nel mondo. È nella classifica Forbes dei 100 brand di maggior valore nel 2018.

Legoland in Italia

Anche in Italia abbiamo un parco di divertimenti della Lego: in questo caso si tratta di un parco acquatico sul lago di Garda, all’interno del Gardaland Resort. Nell’incantevole cornice del lago di Garda ci aspettano attrazioni tutte incentrate sui mattoncini più famosi del mondo, per un’esperienza unica di divertimento, colorata e intergenerazionale. L’arco di ingresso è un assaggio dell’esperienze che attenderanno i visitatori al parco acquatico della Lego: un fantastico polpo gigante, ovviamente realizzato con i mattoncini della Lego, custodisce infatti l’ingresso a un piccolo paese delle meraviglie, in versione acquatica. In questo parco della Lego, tutte le attività sono state sono state ideate con lo scopo di soddisfare le esigenze di grandi e piccini, per un divertimento all’insegna della creatività e della fantasia, le stesse qualità che da sempre contraddistinguono i giochi della Lego.

Legoland Italia

Si va quini dall’esperienza di Miniland, dove possiamo ammirare le riproduzioni dei maggiori monumenti italiani realizzati con i Lego, scegliendo se intraprendere il percorso a piedi o facendoci trasportare da un fiume artificiale, trasportati da coloratissimi e pazzi gommoni personalizzabili con i mattoncini lego. Per i momenti di gioco più scatenati, ecco il Beach Party con le sue aeree di gioco su più livelli tutte da esplorare, tanti scivoli colorati e omini lego che ci attendono al varco per spruzzarci con secchiate di acqua. I più avventurosi potranno decidere di vestire i panni di piccoli esploratori per addentrarsi nella Jungle Oasis, dove andare alla scoperta degli abitanti della giungla, ovviamente ricostruiti con i mattoncini della Lego. Naturalmente, in un parco acquatico degno di questo nome, non potevano mancare i pirati e un’area a loro appositamente dedicata, la Pirate Bay: qui si combatte contro i personaggi Lego a suon di spruzzi d’acqua fino a conquistare la magnifica fortezza. Infine, quando saremo stanchi, dopo aver speso così tante energie fisiche giocando nell’acqua, potremo rilassarci nella Creation Island: una zona dedicata al relax ma al tempo stesso dove sarà possibile liberare la propria creatività con le molteplici attività interattive ed educative messe a disposizione.

Legoland Italia

Come arrivare alla mostra Lego – The Art of the Brick

La mostra Lego – The Art of the Brick verrà allestita presso Ride Milano, in via Valenza 2, in zona Cadorna e risulta quindi facilmente raggiungibile partendo dalla sede di International Residence in via Gustavo Modena 4. Sarà sufficiente prendere la linea 1 della Metropolitana, le cui fermate sono a pochi passi di distanza dalla sede di International Residence per arrivare comodamente e velocemente alla sede espositiva .

Approfondimenti

Per programmare una visita alla mostra Lego – The Art of the Brick rimandiamo alla pagina ufficiale dell’evento: https://theartofthebrickexpo.com/milano/?utm_content=the-art-of-the-brick-milano&utm_source=milanosegreta&utm_medium=post&utm_term=cta1

Per approfondimenti su ulteriori attrattive di Milano rimandiamo alle seguenti risorse: Fernet Branca: dal 1845, Palazzo Serbelloni – 1765