Somma Lombardo: un borgo ingiustamente poco considerato, se non per l’aeroporto della Malpensa, nasconde invece dei tesori che vale la pena scoprire. Il territorio di Somma Lombardo si snoda lungo le sponde del Ticino, nel cuore dell’omonimo parco naturale, ai piedi delle alture moreniche del Verbano, con un paesaggio che alterna rilievi boschivi a distese di brughiera. Somma Lombardo e i suoi dintorni erano conosciuti e rinomati fin dall’antichità, proprio per i ricchi boschi che la circondavano e la circondano tutt’ora e che la rendevano un ambito territorio di caccia.

Somma Lombardo: un po’di storia

L’origine del nome di Somma Lombardo si può probabilmente far risalire al latino “Summa” nel senso di “parte più alta”, termine che stava a indicare il tratto della via conosciuta come Medoilanum- Verbanus che passava proprio in questa zona. Somma Lombardo era infatti crocevia di importanti arterie di comunicazione dell’antichità: oltre alla già citata Mediolanum – Verbanus, da qui passava anche la Novaria – Comium, che portava, come prima tappa, a Castelseprio.

I primi insediamenti umani in questa zona si possono far risalire alla più classica notte dei tempi: i dintorni di Somma Lombardo sono infatti ricchi di reperti che testimoniano una presenza umana a partire dall’età del bronzo, rendendo questa zona un vero e proprio paradiso per gli archeologi. Appartengono invece all’età del ferro le numerose tombe della cultura di Golasecca e il cosiddetto cromlech del Vigano, un ampio recinto tombale e rituale composto da un’enorme quantità di massi, circa trecento. La denominazione “cultura di Golasecca” indica quella civiltà che si è sviluppata a partire dall’età del bronzo finale, nella pianura padana, prendendo il nome dalla località omonima in cui agli inizi del XIX secolo, l’abate Giovanni Battista Giani effettuò, nell’area del Monsorino, i primi ritrovamenti. L’abate Giani, che era anche un eminente antiquario, ritrovò una cinquantina di tombe con corredi di ceramica e metalli che documentò in una pubblicazione del 1824 intitolata “La battaglia del Ticino tra Annibale e Scipione”, interpretando, purtroppo erroneamente, tali reperti come la testimonianza dello scontro avvenuto durante la seconda guerra punica, spiegando la particolarità dei materiali con l’uso da parte dei Romani di vasi di produzione locale per deporre le ceneri dei propri morti. Fu solo verso la fine dell’800, per la precisione nel 1865, che Louis Laurent Gabriel de Mortillet, uno dei padri dell’archeologia preistorica, attribuì le medesime tombe alla prima età del Ferro, sulla base della presenza di materiali in ferro e della mancanza di oggetti romani.

Somma Lombardo - la cultura di Golasecca
Somma Lombardo – la cultura di Golasecca

Sempre appartenente alla cultura di Golasecca, nella brughiera che circonda Somma Lombardo, si può ammirare il cosiddetto “Sass di Biss”, il sasso delle bisce, un masso erratico che presenta un complesso di incisioni a coppella singola. Le coppelle sono piccole conche circolari del diametro di pochi centimetri, ricavate dalla mano dell’uomo sulla superficie di basi rocciose normalmente piane o poco ripide, come affioramenti o massi erratici. Invece i massi erratici sono grandi blocchi di roccia di origine glaciale, trasportati dal ghiacciaio anche per chilometri e poi depositati in fase di ritiro.

Somma Lombardo - il "sass di biss"
Somma Lombardo – il “sass di biss”

Durante il Medioevo Somma Lombardo era protetta da una cinta muraria munita di porte di accesso, che venne purtroppo abbattuta alla fine del ‘700 a causa del cattivo stato di conservazione che rendeva vano qualsiasi tentativo di recupero. Oltre al famoso Castello Visconteo, che, come vedremo, rappresenta la principale attrazione del borgo, Somma Lombardo ospitava almeno un altro castello al centro del paese e un ospedale fondato nel XII secolo.

La casata cui Somma Lombardo dovette la sua fama e la sua espansione fu sicuramente quella dei Visconti, che entrarono in possesso del borgo nel 1141, quando venne donato a Guidone Visconti dall’abate Venerio di San Gallo: possedimento che i Visconti mantennero fin dopo la proclamazione a Milano della Repubblica Ambrosiana nel 1448.

Il castello Visconti di San Vito

Somma Lombardo è giustamente conosciuta per il suo castello rappresentante un raro esempio di architettura fortificata lombarda che ha conservato le sue tipiche caratteristiche “castellane”. Sorto a scopi difensivi sulla strada che metteva in comunicazione Milano con il Lago Maggiore, è costituito da un insieme di edifici con cortili e ingressi indipendenti che si sono aggiunti rispettando una certa unità di stile fino a formare l’attuale pianta quadrilatera del complesso. Il nucleo più antico è costituito dal cortile degli armigeri che presenta un portico ad archi acuti, sostenuto da pilastri con capitelli recanti gli emblemi dei Visconti, che abitarono queste mura a partire dalla metà del 1200.

I lavori di ampliamento del castello di Somma Lombardo iniziarono però molto più tardi, quando, a seguito della proclamazione a Milano della Repubblica Ambrosiana nel 1448, i fratelli Guido e Francesco Visconti lasciarono la città per mettersi al riparo tra le mura del loro castello di Somma Lombardo. Gli interventi messi in campo dai fratelli Visconti furono di ampio respiro: in primo luogo venne aggiunta una nuova ala autonoma dotata di un ingresso proprio, situata a oriente dell’originaria struttura, cui era comunque collegata. Inoltre venne deciso di scavare un fossato (ancora oggi visibile), munito, come nelle migliori tradizioni, di ponti levatoi e con portoni di accesso. La convivenza tra i fratelli, come spesso accade, non fu all’insegna dell’armonia e nel 1473 si procedette alla divisione della proprietà di famiglia, cui fece seguito la corrispondente divisione dei due rami della casata. A Francesco, che diede origine al ramo dei Visconti di San Vito, toccò la parte rinnovata del castello e la parte superiore di Somma Lombardo mentre a Guido, da cui originerà il ramo dei Visconti di Modrone, spettò invece la parte antica dell’edificio e la parte bassa del Borgo. I lavori per l’abbellimento e l’ampliamento del castello di Somma Lombardo proseguirono nel corso dei secoli: tra il Cinquecento e il Seicento, infatti, si diede avvio a un’opera di decorazione degli ambienti interni della nuova ala (scalone monumentale e sale del piano nobile) con affreschi di carattere allegorico e profano, attribuiti ad artisti della scuola di Procaccini.

Somma Lombardo - Castello Visconti

La proprietà del castello di Somma Lombardo rimase divisa fino agli anni 50 del secolo scorso quando venne finalmente riunita sotto il possedimento del marchese don Alberto Visconti di San Vito ed aperto al pubblico nel 1996 per volontà del figlio Gabrio Visconti. Sono stati così messi a disposizione una serie di tesori e di opere d’arte che altrimenti non avremmo avuto la possibilità di ammirare: tra le mura del Castello di Somma Lombardo sono infatti diverse le meraviglie pronte a incantare lo sguardo dei visitatori. Si va dagli affreschi della Sala delle Feste, dai preziosi mobili e arredi seicenteschi della Camera Reale a numerose collezioni come la raccolta di piatti da barba con più di 500 pezzi provenienti da tutto il mondo, realizzati con materiali diversi, dalla porcellana all’argento, dall’alabastro al legno.

Quasi tutte le sale del castello di Somma Lombardo ospitano una serie di raccolte, in alcuni casi molto particolari come una collezione ornitologica composta da 360 uccelli impagliati e una più classica raccolta di armi e armature spagnole del Cinquecento. Data la vicinanza con zone che, come abbiamo visto, sono ricche di reperti archeologici, non poteva mancare una sala dedicata proprio alle urne cinerarie della civiltà di Golasecca, di cui una parte regalata ai Visconti dall’abate Giani e un’altra scoperta da Ermes Visconti nei terreni di sua proprietà, vicino a Somma. Inoltre il castello di Somma Lombardo è anche un tributo a una serie di illustri personaggi che hanno inciso sulla storia italiana e che erano legati ai Visconti da vincoli di parentela, come Papa Gregorio XIV (eletto il 5 dicembre 1590), che qui è nato l’11 febbraio 1535 e Gabrio Casati, che fu patriota e uomo politico del Risorgimento.

Ma un castello non può definirsi tale senza una biblioteca di tutto rispetto e il castello di Somma Lombardo non fa eccezione, custodendo al suo interno ben 30.000 volumi. Infine, altro elemento imprescindibile è la Cappella di famiglia, riccamente decorata: in questo caso consacrata alla Vergine con la pala del Cerano “l’Apparizione dell’Angelo a Maria”.

Castello Visconti - interni

Santuario Madonna della Ghianda

Come abbiamo detto, a Somma Lombardo non c’è unicamente il castello dei Visconti: un’altra meta di sicuro interesse è il Santuario della Madonna della Ghianda, opera dell’architetto Pellegrino Tibaldi, che si erge maestoso tra i campi del borgo. La visione del Santuario non può non destare un senso di ammirazione e anche di stupore, nel trovarsi di fronte, quasi inaspettatamente in mezzo alla campagna di Somma Lombardo, a un edificio sacro di tali dimensioni.

Santuario Madonna della ghianda

Un lungo viale di accesso fa da cornice alla facciata del santuario di Somma Lombardo, che si presenta riccamente decorata e suddivisa in due ordini: quello inferiore è scandito da grandi lesene con capitelli corinzi che lasciano posto a otto nicchie contenenti le statue dei santi mentre l’ordine superiore, di dimensioni inferiori, fa spazio a tre aperture funzionali all’illuminazione della grande navata. Ai lati del santuario si sviluppano, a sinistra la grande torre campanaria e a destra la piccola sagrestia.

Santuario Madonna della ghianda

Lo stupore che ci regala il Santuario di Somma Lombardo non si esaurisce all’esterno: infatti, una volta entrati ci si ritrova al cospetto di diversi capolavori artistici, che difficilmente avremmo immaginato di poter ritrovare in quello in un piccolo borgo di campagna. Il Santuario conserva infatti, oltre ad alcuni interessanti esempi di scultura lignea secentesca, anche una Crocifissione di Giovan Battista Crespi, detto il Cerano. Ma senza dubbio l’opera più celebrata e rara della chiesa è la quattrocentesca “Vergine tra i rami di quercia”, affresco del grande maestro tardogotico Michelino da Besozzo, che raffigura l’evento miracoloso all’origine dell’edificazione del Santuario. La pianta dell’edificio è a navata unica, terminante con un’abside semicircolare.

Santuario Madonna della ghianda - affresco
Santuario Madonna della ghianda – affresco

Come abbiamo appena scritto, il Santuario della Madonna della ghianda è legato a un evento miracoloso che sarebbe accaduto nel XIII secolo e poi tramandato di generazione in generazione. Si narra che una pastorella sordomuta si trovasse nella zona dove ora sorge il santuario per badare alle sue bestie, quando, tra i rami di una quercia, le apparve l’immagine della Vergine. Da quel momento la giovane riacquistò le facoltà perdute e gli abitanti del luogo vollero onorare il luogo dell’apparizione costruendo un piccolo tempio intitolato alla Madonna, detta perciò “della Ghianda”. Con il passare dei secoli la chiesa divenne un luogo imprescindibile per le comunità di Somma Lombardo, diventandone progressivamente il centro spirituale e facendo da sfondo a una serie di guarigione miracolose. La fama del Santuario giunse fino a Milano e all’attenzione del suo arcivescovo il cardinale Carlo Borromeo: proprio sulla scia di queste notizie, l’arcivescovo nel 1570 si recò in visita al Santuario, decretando la costruzione di un nuovo tempio, degno degli avvenimenti prodigiosi ivi verificatisi. L’incarico venne affidato all’architetto di fiducia di San Carlo, Pellegrino Tibaldi detto Pellegrino de’ Pellegrini, che ci ha donato questo maestoso capolavoro.

Basilica di San Vittore

Il “piccolo campo dei miracoli” della Lombardia, così chiamato per la sua somiglianza, ovviamente in formato ridotto e in stile romanico, del più famoso campo dei miracoli di Siena: questo è il complesso monumentale composto dalla Basilica di San Vittore e dall’adiacente Battistero di San Giovanni. Il complesso si trova ad Arsago Seprio, un piccolo comune a 5 minuti da Somma Lombardo: e visto che ci siamo spinti fino qui, andarsene senza una visita al complesso di San Vittore sarebbe un peccato quasi mortale. Quello che ci aspetta infatti è un complesso di elevato valore non solo artistico ma anche storico, essendo uno tra i più antichi esistenti in Lombardia.

Complesso San Vittore
Complesso San Vittore

La basilica ha pianta rettangolare e la classica forma a capanna degli edifici di età romanica lombarda, con tre navate di cui quella centrale più alta. La basilica di San Vittore ha un aspetto semplice, dato da una muratura formata da piccoli conci irregolari e non squadrati, disposti, per la maggior parte, orizzontalmente. A spezzare tale semplicità troviamo occasionalmente grandi pietre squadrate, inserite soprattutto per formare gli angoli, che si alternano ai conci e le finestre ad arco a tutto sesto disposte simmetricamente lungo i fianchi, in facciata e nelle absidi, queste ultime disposte a oriente.

La semplicità è riscontrabile anche all’esterno della basilica, dove l’unico elemento ornamentale è costituito da una fascia continua di archetti ciechi che circondano l’intero edificio. La presenza, in facciata, di otto fori rettangolari suggerisce l’esistenza di un antico portico esterno. Il portale originario, collocato al centro della facciata, è stato sostituito dall’attuale, costruito nel 1759.

Basilica e battistero
Basilica e battistero

Purtroppo l’interno della basilica non conserva alcuna delle antiche decorazioni ad eccezione dei capitelli, poiché le pareti sono state intonacate e ridipinte in epoca moderna. Come abbiamo avuto modo di dire, la navata centrale termina in un’abside semicircolare nella cui parete si aprono tre finestre. Nelle navate laterali trovano posto piccole absidi adibite a cappelle: la cappella a sinistra era un tempo dedicata a Sant’ Antonio e quella a destra dedicata alla Madonna, l’unica a essere dotata di una piccola finestra. La Basilica presenta diverse particolarità, che la rendono un unicum nel panorama degli edifici sacri: è infatti priva di transetto, tiburio e cripta e presenta solo il presbiterio lievemente sopraelevato rispetto al pavimento.

Basilica di San Vittore - interno
Basilica di San Vittore – interno

Per quanto riguarda le maestranze che furono all’opera nell’edificazione della Basilica, purtroppo non si conosce con certezza chi furono i costruttori: è stato tuttavia ipotizzato che l’elaborazione dei progetti architettonici della Basilica e della torre campanaria e forse anche la direzione dei lavori, siano stati affidati ai Maestri Comacini. Questi erano un gruppo di maestranze edili e di scalpellini particolarmente abili nel taglio e nell’uso della pietra e del laterizio, riuniti in associazioni corporative, originari della zona di Como, da cui l’origine del nome. Le prime testimonianze dei lavori di questo gruppo risalgono al XII secolo: furono lavori fondamentali in quanto contribuirono alla creazione e alla diffusione dell’architettura romanica in Italia e in Europa e la cui eredità venne poi raccolta dai maestri campionesi.

Battistero di San Giovanni

Il battistero venne probabilmente edificato durante il secolo XI, utilizzando materiali di recupero provenienti dalla demolizione di antichi edifici romani e costituisce l’elemento più notevole del complesso, vista la particolarità della sua struttura a pianta ottagonale, articolata all’interno su due piani. Il piano inferiore non è munito di finestre ed è alleggerito da nicchie trapezoidali e da una cappella orientale semicircolare. L’accesso al piano superiore avviene attraverso scale in muratura, poste alla sinistra degli ingressi. Lo spazio centrale è occupato dalla piscina battesimale di forma ottagonale. Il battistero è sormontato da una cupola che presenta sulla sommità un pinnacolo, su cui svetta a sua volta un’antica croce in ferro collocata nel 1874.

Battistero di San Giovanni
Battistero di San Giovanni

In una nicchia semicircolare trova posto il piccolo altare mentre alla sua destra un’altra piccola nicchia assolve la funzione di lapidario in cui sono raccolte sette epigrafi d’età romana (I-IV secolo dopo Cristo) ed una carolingia, che uniscono il culto pagano a quello cristiano. Infatti tra tali se ne ritrovano quattro votive: due a Giove, una al culto di Giunone ed una a dedica purtroppo sconosciuta in quanto mutilata dal tempo.

L’ingresso al battistero è regolato da due porte, situate rispettivamente a nord e a sud: scelta questa che non era affatto arbitraria ma rispecchiava una precisa simbologia. Infatti chi si preparava a ricevere il battesimo, dopo un lungo periodo preparatoria, entrava nel battistero attraverso la porta a nord, quindi dalla parte simbolicamente del buio in quanto peccatore: una volta ricevuto il battesimo ed essere stato quindi redento dal peccato originale, usciva dalla porta a sud rivolta alla luce.

Battistero di San Giovanni - interno
Battistero di San Giovanni – interno

Come arrivare

Somma Lombardo sorge in provincia di Varese, a meno di 60 chilometri da Milano. Partendo dalla sede di International Residence di via Gustavo Modena 4, si può raggiungere facilmente in auto prendendo l’A8.

Approfondimenti

Per ulteriori approfondimenti sul castello di Somma Lombarda suggeriamo di visitarne la pagina ufficiale: https://www.castelloviscontidisanvito.it/

Per approfondimenti su argomenti inerenti rimandiamo alle seguenti risorse: Montevecchia – 40 minuti da Milano, Cassinetta di Lugagnano – 2 passi da Milano