Vigevano si distende nel Parco del Ticino ed è facilmente raggiungibile da Milano, con un breve viaggio di meno di un’ora. Ad attenderci una città con una delle piazze più belle del Rinascimento, che la rende una meta imprescindibile della Lomellina nord-orientale: la meravigliosa piazza Ducale. Vigevano è città d’arte ma non solo: anche città d’acqua, che con i suoi canali e con il fiume Ticino che la lambisce placido, offre scorci e oasi naturali di incredibile fascino.

Piazza Ducale

La piazza Ducale di Vigevano è davvero un gioiello splendente, sapientemente descritta dalle parole del maestro Arturo Toscanini, che definì questo spazio “una sinfonia su quattro lati”. Sono molte le architetture di cui si fregia questa piazza, dove il nostro sguardo può posarsi colmo di ammirazione e di stupore. Vediamole quindi insieme, partendo da una visione d’insieme della piazza stessa.

Vigevano - piazza Ducale
Vigevano – piazza Ducale

Piazza Ducale, con la sua forma a rettangolo allungato, i suoi 134 metri di lunghezza e 48 di larghezza, con i suoi portici ad arcate, sorretti da 84 colonne, rappresenta uno dei primi modelli di piazza rinascimentale sul modello del “forum” romano e uno dei migliori esempi dell’architettura lombarda del XV secolo.

Piazza Ducale è ovviamente il cuore di Vigevano, un cuore progettato dal Bramante e che costituisce una sorta di ingresso, magnifico e sontuoso, dell’imponente Castello, intorno al quale si stringevano un tempo le case e gli edifici che costituivano il borgo fortificato di origine longobarda.

Origine longobarda quella di Vigevano, ma storia intrecciata con i personaggi che hanno fatto grande la Lombardia: gli Sforza e i Visconti che anche qui a Vigevano hanno lasciato un segno profondo. Furono infatti queste due potenti dinastie a trasformare, tra il XIV e XV, il borgo di Vigevano in meta ambita per le residenze estive, un luogo incantevole dove soggiornare tra gli svaghi e gli ozi della corte ducale che qui aveva la sua sede. Fu proprio uno degli esponenti di maggior spicco degli Sforza, Ludovico detto Il Moro, che diede l’impulso per l’inizio dei lavori per la costruzione di piazza Ducale tra il 1492 e il 1494. In precedenza la piazza di Vigevano era una vasta zona aperta, con portici in prossimità del palazzo comunale e della chiesa principale, dove si svolgeva abitualmente, come era consuetudine nelle città medievali, un’intensa attività commerciale, una sorta di vasto mercato, antenato dei nostri mercati di quartiere. Qui, sotto i portici della piazza, come scrive un cronista cinquecentesco, c’erano infatti “botteghe piene di drappi di lana”. E la Piazza era chiamata “contrada perocchè ivi si vendeva e mercantesca era detta la piazza“.

Ludovico il Moro
Ludovico il Moro

Ma l’aspetto che ammiriamo oggi non è completamente frutto del Quattrocento: alla fine del XVII secolo infatti furono apportate una serie di modifiche dal vescovo e matematico Juan Caramuel Lobkowitz, giunto a Vigevano nell’autunno del 1673 in qualità di nuovo vescovo della città. Caramuel rimase a Vigevano per gli ultimi anni della sua vita, contribuendo a progettare la nuova facciata della cattedrale e la relativa sistemazione dell’antistante piazza rinascimentale, con lo scopo di coordinare piazza, campanile, chiesa e la strada adiacente, allora tra loro asimmetrici. Il vescovo, infatti, era un pioniere dell’interdisciplinarietà, dedicandosi allo studio in vari campi del sapere, spaziando dalla teologia alla matematica e, appunto, all’architettura. Proprio nel tentativo di ottenere la tanto agognata simmetria e conciliare l’asse della piazza con la facciata concava della cattedrale, il vescovo di Vigevano ha adottato espedienti che hanno determinato un esito decisamente particolare. La facciata della cattedrale risultante è a quattro assi con quattro portali e senza centralità, con il portale a sinistra che invece di introdurre nell’interno si apre sulla stradina fiancheggiante il corpo della cattedrale. In questo modo alla simmetria perfetta della piazza viene quindi sacrificato il rapporto esterno-interno.

Caramuel Lobkowicz
Caramuel Lobkowicz

Oltre ad erigere la nuova facciata in stile barocco del Duomo, il vescovo di Vigevano fece costruire lo scalone della Torre del Bramante, sostituendo l’allora rampa fiancheggiata da due scalinate. Prima di questi interventi, quindi, la piazza di Vigevano aveva un aspetto diverso: i portici all’altezza delle attuali via del Popolo e via Silva erano interrotti da due archi trionfali mentre per accedere Castello veniva utilizzata una lunga rampa di pietra percorribile da cavalli e carri posizionata nel mezzo della Piazza e in linea con l’ingresso attuale sotto la Torre. Ma quello che sicuramente dava a piazza Ducale un sentore di mancanza era senza ombra di dubbio l’assenza della monumentale facciata barocca del Duomo, che possiamo oggi ammirare in tutta la sua meravigliosa imponenza e che conferisce alla piazza stessa il suo magnifico e caratteristico assetto.

Nel 1731 piazza Ducale venne adornata con la statua di San Giovanni Nepomuceno, protettore dei gondolieri di Venezia e, soprattutto, dei barcaioli e traghettatori del Ticino, fiume che come abbiamo detto, attraversa la città di Vigevano. Non a caso le statue di questo santo sono spesso collocate sui ponti: ad esempio a Pavia, proprio sul ponte coperto c’è una cappelletta a lui dedicata.

Infine, nei primi anni del XX secolo, per la precisione nel 1903, i pittori vigevanesi Casimiro Ottone e Luigi Bocca ricevettero l’incarico di decorare tre lati di piazza Ducale: gli affreschi vennero realizzati basandosi su tracce e lacerti di pitture quattrocentesche presenti sotto gli intonaci ed integrandole con le decorazioni in stile rinascimentale. Proviamo a immaginare come dovesse essere immergersi nell’atmosfera di questa piazza duranti i fasti del 1400: una grande stanza urbana, vera e propria anticamera del castello, con le sue decorazioni richiamanti una raffinata architettura classicheggiante grazie alle finte trabeazioni continue con bellissimi fregi a corona del piano delle arcate e delle finestre; in mezzo un ordine di colonnine a candelabra e grandi archi di trionfo alla romana nelle due vie del borgo che entravano in piazza.  Possiamo farci un’idea ancora più precisa di quale dovesse essere l’aspetto originale di piazza Ducale grazie ai locali di uno dei molti bar che animano oggi questi portici: il bar Largo 34 ha infatti la fortuna di conservare al suo interno i disegni originali risalenti al 1494, con ancora i loro colori intatti.

Il selciato della piazza di Vigevano è costituito con i ciottoli bianchi e neri provenienti dal fiume Ticino. Un’ultima curiosità è costituita dai tetti dei palazzi che si affacciano sulla piazza: osservando attentamente si può infatti notare come ciascuno di essi abbia una forma differente, donando un’ulteriore senso di meraviglia e stupore agli occhi dei visitatori.

Vigevano

Torre del Bramante

La torre del Bramante con i suoi 68 metri, è il simbolo della città di Vigevano, che compare nello stemma comunale e anticamente costituiva l’ingresso d’onore al Castello. La torre sorge nel punto più alto della città di Vigevano e la sua edificazione risale al 1198, anche se l’aspetto con cui si staglia oggi sul profilo della città è frutto di rifacimenti successivi, in particolare a opera di Donato Bramante che la ultimò sul finire del XV secolo. Per la precisione, sono attribuibili al Bramante il belvedere ottagonale che conclude la torre, le tre modanature della cella campanaria e del secondo sopralzo, e la merlatura ornamentale di quest’ultimo.

In realtà sappiamo poco dell’aspetto originale della Torre di Vigevano: disponiamo infatti solo di documentazioni scritte indirette che non fanno menzione né della forma né dell’altezza della torre. Quello che sappiamo con sicurezza è che già a partire dal ‘400 vi erano collocate le campane e un orologio con ruote e ingranaggi. Campane e orologio che ancora oggi scandiscono le giornate degli abitanti di Vigevano. La base della torre, la cosiddetta Torre del rivellino, era di origine comunale ed è stata progressivamente oggetto di adattamenti a scopo difensivo nel periodo dei Visconti. L’arrivo di Ludovico il Moro, con i suoi progetti per il rinnovamento della piazza, ebbe ripercussioni anche sulla torre, che venne incorporata nelle opere di rifacimento. Fu così che la vecchia torre, ormai completamente inagibile, venne demolita per fare posto a una nuova struttura, dalle eleganti e slanciate forme rinascimentali e la cui parte più elevata venne costruita a imitazione della Torre del Filarete al Castello Sforzesco di Milano con sezioni graduali che si restringono avvicinandosi alla cima.

L’esterno della torre era completamente affrescato, regalando una visione di sicuro impatto mentre la cuspide finale, con cupolino barocco “a cipolla” in rame, è un ‘aggiunta del XVII secolo che è andata a sostituire l’originaria guglia conica.

Sono sette i piani della torre di Vigevano, di cui i primi 4 aperti al pubblico, a cui si aggiunge il capolino: una scala interna permette di raggiungere il terrazzino sporgente, chiuso da merli alla ghibellina, da cui si può godere del magnifico panorama che si staglia fino oltre il Ticino. I 3 piani soprastanti invece non sono accessibili al pubblico e conducono alla cella campanaria sopra la quale si staglia il cupolino della torre costituito da una parte ottagonale di epoca rinascimentale terminante con una cuspide di gusto barocco di fine ‘600.

Vigevano dalla torre del Bramante
Vigevano dalla torre del Bramante

All’interno della torre trovano posto, lungo le sue quattro mura, alcuni pannelli storico-artistici che documentano la costruzione del Castello, della Piazza e della torre stessa. Inoltre, vista l’atmosfera suggestiva che si respira all’interno della torre, l’amministrazione comunale di Vigevano ha autorizzato l’installazione di mostre temporanee, in grado di richiamare un numero ancor più alto di visitatori nella città lombarda.

Come è naturale la torre del Bramante ha subito l’usura del tempo, rendendo quindi necessari interventi di recupero e restauro che ne hanno salvaguardato l’aspetto nel corso dei numerosi secoli della sua esistenza.

Castello Visconteo Sforzesco

Vigevano e la sua piazza Ducale vedono aumentato il loro fascino, già incomparabile, dalla presenza di uno dei complessi fortificati più estesi dell’intera Europa: il castello visconteo sforzesco, il cui ingresso affaccia proprio sulla meravigliosa piazza Ducale.

Vigevano - castello
Vigevano – castello Visconteo Sforzesco

Siamo infatti di fronte a un complesso di edifici la cui superfice si estende su un’area di oltre 70mila metri quadrati, a cui se ne aggiungono gli altri 36 mila del cortile. Questa imponenza trova giustificazione e senso nella doppia funzione che il castello si trovava a svolgere: quella di fortino difensivo-militare e contemporaneamente quella di residenza signorile, luogo nevralgico della corte qui stabilita. Proprio questa doppia funzione ha reso il castello di Vigevano un edificio precorritore dei tempi, anticipando le future consuetudini rinascimentali di coniugare le funzioni militari e di rappresentanza in un’unica sede.

Vigevano - vista dall'alto del castello
Vigevano – vista dall’alto del castello

La doppia denominazione del castello rende omaggio alle due casate che tanta influenza hanno avuto nella storia d’Italia e che hanno trasformato un fortilizio di epoca longobarda in una maestosa residenza signorile: i Visconti e gli Sforza. Fu infatti grazie al potere e all’influenza di Luchino Visconti prima e Ludovico il Moro poi, che alla progettazione e realizzazione del castello di Vigevano si accostarono i migliori tra i geni italiani, quali Donato Bramante e Leonardo da Vinci. Furono soprattutto gli Sforza a legare il proprio destino a quello del castello di Vigevano, in una sorta di legame indissolubile al punto che al tramonto di questa importante dinastia, anche il castello andò incontro a un progressivo decadimento, al punto da arrivare alla fine del ‘600 a essere declassato a caserma militare. Bisogna attendere secoli, per la precisione il 1968, per assistere alla sua riscoperta e al ritorno ai giusti fasti e onori, al punto da diventare uno dei simboli della città di Vigevano.

Il complesso fortificato, su cui staglia la maestosa torre, include tre grandi scuderie, il neogotico atrio di entrata, la falconeria, il ponte con loggia aerea, il maschio principale, i due corpi ottocenteschi tra il maschio e la torre, l’edificio della strada sopraelevata e la rocca vecchia che include l’imponente cavallerizza. Tutte queste parti, nonostante siano tra loro così differenti, concorrono a realizzare un unicum architettonico di perfetta armonia: e qui è evidente l’enorme influenza della casata dei Visconti, le cui imponenti risorse finanziarie e di potere si riflettevano nelle opere architettoniche commissionate proprio per celebrarne i fasti.

Vigevano - la cavallerizza del castello
Vigevano – la cavallerizza del castello

L’ingresso al Castello da piazza Ducale avviene attraverso una lunga scalinata in pietra che immette in un ampio androne al piano terra della torre del Bramante e l’interno del castello è una profusione di stanze sfarzose e ampi saloni, tra cui il posto d’onore è probabilmente occupato dalla sala dell’affresco. Come abbiamo detto, si tratta di un complesso di edifici a due piani, 6 per la precisione, che vanno a costituire un cortile poligonale a cui si aggiungono il corpo principale e le due ali del maschio che è invece a tre piani.

Castello Visconteo di Vigevano - il maschio
Castello Visconteo di Vigevano – il maschio

Ma non è solo il castello a essere sontuoso: anche le tre scuderie ducali non sono infatti da meno. La prima che si incontra chiamata Ducale, liberamente percorribile, è la più importante e risale al 1490: con i suoi 94 metri in lunghezza e i 12 di larghezza, è stata voluta da Luchino Visconti e si presenta con un ordine tripartito di colonne in serizzo, una roccia ignea intrusiva simile al granito, di colore grigio scuro.

La scuderia ducale
La scuderia ducale

La seconda scuderia (che, ricordiamolo, sono poste in successione) è invece opera di un esponente dell’altra dinastia legata al castello di Vigevano, quella degli Sforza. In questo caso la paternità ideativa è di Galeazzo Maria Sforza ed è di una ventina di anni antecedente alla scuderia ducale, per la precisione del 1473: l’impostazione è gotica, con uno sviluppo su due piani che attualmente ospitano il museo permanente della calzatura al secondo livello mentre il piano terra viene utilizzato per l’allestimento di mostre temporanee. Infine, la terza scuderia si suddivide in tre navate separate da sottili colonne ed è oggi la sede del Museo Nazionale della Lomellina. Procedendo nel cammino, incontriamo la Falconiera, collegata alla terza scuderia e dedicata, in modo abbastanza ovvio vista la denominazione, all’allevamento dei falchi.

Loggia delle dame e falconiera
Loggia delle dame e falconiera

Notevole anche il Palazzo delle Dame, con evidenti tracce di affreschi rinascimentali, la cui Loggia era il posto preferito di Beatrice d’Este. Sempre nell’ala femminile del castello di Vigevano, progettata appositamente da Donato Bramante, si trovano il Cortile della Duchessa e le sottostanti cantine interrate.

Tra le molteplici attrattive del castello di Vigevano, un posto preminente è senza dubbio occupato dalla strada coperta, un esemplare unico dell’architettura castellana europea, dalle dimensioni mastodontiche soprattutto se consideriamo il periodo in cui è stata costruita: 167 metri di lunghezza, 7 metri di larghezza e 10 metri di dislivello tra il maschio e la rocca vecchia.

Questa meraviglia dell’ingegneria, vera e propria precorritrice delle nostre grandi opere (che spesso rimangono solo sulla carta) è stata fortemente voluta da Luchino Visconti nel 1347, allo scopo di fungere da passaggio segreto per garantire la riservatezza degli ospiti ed eventuale fughe da potenziali nemici. Si tratta di un’opera talmente avanzata nella sua progettazione e realizzazione da essere stata addirittura utilizzata durante la seconda guerra mondiale dalle truppe tedesche per far passare i pesantissimi carri armati “Tigre” senza creare nessun spostamento dei mattoni che ne costituiscono la struttura.

Altre strade sotterranee collegano Piazza Ducale ai vari piani rialzati, all’antico fossato e alla Cavallerizza e sono tutti percorribili grazie a recenti restauri che hanno riportato all’antico splendore le fondamenta del castello e la sua ghiacciaia.

Duomo di Vigevano

La nostra gita in piazza Ducale a Vigevano non può concludersi senza menzionare la chiesa di Sant’Ambrogio, il Duomo della città. Anche qui troviamo la mano degli Sforza: la costruzione della chiesa venne infatti avviata dal Duca Francesco II Sforza nel1532 su disegno di Antonio da Lonate, architetto italiano seguace del Bramante, e consacrata il 24 aprile 1612. Come abbiamo già avuto modo di dire, la facciata in stile barocca è stata riprogettata dal vescovo Caramuel, allo scopo di rimediare all’asimmetria dell’edificio con la piazza antistante. Proprio la facciata così particolare, con la sua curvatura ellissoidale e la straordinaria sobrietà fanno della chiesa di Sant’Ambrogio di Vigevano un’opera tra gli esempi più raffinati dell’architettura barocca.

Vigevano - chiesa di Sant'Ambrogio - facciata barocca
Vigevano – chiesa di Sant’Ambrogio – facciata barocca


La chiesa di Vigevano presenta pianta a croce latina con tre navate e con presbiterio di ampiezza pari alla navata centrale e al transetto e il suo interno, interamente rivestito e riccamente decorato, c custodisce notevoli opere d’arte, come i dipinti attribuiti a Macrino d’Alba e Bernardino Ferrari nel transetto destro.

Come arrivare

Vigevano si trova in provincia di Pavia e si raggiunge agevolmente partendo dalla sede di International Residence in via Gustavo Modena 4. Il tragitto in auto richiede meno di un’ora e si può scegliere di utilizzare sia la strada statale sia l’autostrada.