1. Il quartiere Stadera
  2. Complesso Cascine area chiesa rossa
  3. La Chiesa Rossa: Santa Maria alla Fonte o Santa Maria alla Rossa
  4. Biblioteca civica multimediale
  5. Chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa
  6. Auditorium Fondazione Cariplo

Chiesa Rossa: siamo nei quartieri accanto al Naviglio Pavese, per la precisione in piazza Abbiategrasso, dove in maniera quasi inaspettata ci si apre innanzi un parco. Forniamo il contesto, per poter meglio comprendere meglio questa sorpresa. Infatti questa un’ampia zona verde che si mostra allo sguardo resiste circondata da una densa urbanizzazione. In questa nostra passeggiata siamo capitati in una ex area agricola di antichissima data, caratterizzata all’affioramento di numerosi sorgenti di acqua sorgiva. In virtù di queste fonti, nell’antichità questa zona era conosciuta con il nome Fonteggio e la chiesa porta nel suo nome antico il richiamo alle acque: Santa Maria ad Fonticulum oggi Santa Maria alla Fonte o Santa Maria la Rossa. Ma per gli abitanti del quartiere è semplicemente la Chiesa Rossa. Prima di entrare in questa oasi di pace, lasciandoci per un po’alle spalle il traffico delle vie circostanti, facciamo un giro per il quartiere che lo ospita.


Il quartiere Stadera

Il complesso delle cascine chiesa rossa fa parte del quartiere Stadera, uno storico quartiere di Milano, sviluppatosi intorno a quello che è il suo cuore storico, dal nome evocativo “baia del re”. Risaliamo la storia, fino ai tempi del “qui una volta era tutta campagna”: neanche troppo indietro nel tempo, arriviamo al 1926, in periodo fascista, quando si è iniziato a edificare l’area per ospitare i baraccati che affollavano l’area nei pressi della Darsena. A questo scopo lo IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) costruì 1886 alloggi che nelle intenzioni del regime avrebbero dovuto costituire un nucleo chiamato “quartiere 28 ottobre” in ricordo della Marcia su Roma. Ma, citando un altro vecchio adagio, aveva fatto i conti senza l’oste: la maggior parte dei muovi abitanti era composta da operai che si opposero strenuamente ai voleri del regime e ribattezzarono la zona “Baia del Re”, in onore della tragica spedizione al Polo Nord in dirigibile di Umberto Nobile. La spedizione era partita proprio da questa zona di Milano e la “Baia del Re” (Kingsbay) fu l’ultimo avamposto scandinavo da cui essa partì. La scelta del nome “Baia del re” era altamente simbolica: Umberto Nobile era avverso al regime, avversione che culminò con l’esilio in seguito alle ostilità della dirigenza fascista, particolarmente di Italo Balbo, nei confronti della sventurata spedizione al Polo Nord. Lo spirito antifascista rimase incastonato tra gli edifici di questo quartiere: passeggiando lungo le sue strade, non esiste quasi portone che non abbia una targa a memoria di una vittima del nazifascismo, con via Palmieri che ne conta da sola cinque (non a caso Milano è medaglia d’oro alla Resistenza).
Nel secondo dopoguerra l’intera zona, ormai cresciuta, prese il nome di Stadera, in virtù della presenza di una pesa pubblica in via Giovanni da Cermenate, all’altezza di una in una cascina sul naviglio che pesava le merci in uscita da Milano.

Baia del re e il "Gamba de legn"
Baia del re e il “Gamba de legn(qui la storia del Gamba de’legn)

Complesso Cascine area chiesa rossa

All’interno del parco trovano posto la chiesa con una piccola canonica annessa, la cascina, il portico e la stalla ora biblioteca. L’intero complesso, come abbiamo detto, è inserito all’interno di un tessuto urbano rapidamente sviluppatosi, soprattutto a partire dagli anni ’60. Come molti spazi delle nostre città è stato a lungo lasciato a sé stesso, in condizioni di abbandono e conseguente degrado. Nel 2005 l’aerea è stata acquistata dal Comune di Milano che ha dato finalmente avvio alle opere di riqualificazione. Va sottolineato come la spinta per le opere di riqualificazione sia partita dal basso, dai comitati di zona: cittadini animati fa un forte senso di appartenenza al proprio quartiere che li ha spinti a riappropriarsi di spazi di condivisione, di socialità e di partecipazione civica.


La Chiesa Rossa: Santa Maria alla Fonte o Santa Maria alla Rossa

Chiesa Rossa è chiesa antica, una delle più antiche di Milano, edificata in questa che, come abbiamo detto, era zona agricola, in tempi antecedenti all’apertura del naviglio (qui approfondimento su Naviglio Martesana): proprio per questo motivo una delle sue particolarità è di essere situata 3 metri sotto il livello degli argini su cui scorre la via omonima. L’accesso alla chiesa è già di per sé suggestivo: infatti attraversato il cancello su via San Domenico Savio, si scende fiancheggiando giochi d’acqua realizzati per ricordare le rogge presenti nell’antichità.

Le prime memorie storiche dell’antica basilica di Santa Maria risalgono al secolo X: è stato infatti ritrovato un contratto del 988, stipulato tra l’arcivescovo Landolfo II ed il giudice milanese Romedio di Angifredo, in cui la basilica viene indicata come dipendenza di quella di San Giorgio al Palazzo. L’edificazione della chiesa è avvenuta tra il X secolo al XII su edifici già esistenti: i preziosi lavori di scavo hanno infatti portato alla luce i resti di un antico edificio ritenuto di epoca precristiana: si tratterebbe di un edificio funerario tipico di quell’epoca, probabilmente collegato a una ricca domus romana di cui si sono trovate tracce nell’area esterna alla chiesa attuale. Si tratta di un ritrovamento molto importante dal punto di vista archeologico in quanto costituisce l’unico esemplare presente a Milano di “Cella memoriae” di età paleocristiana. Come abbiamo visto le prime tracce dell’insediamento risalgono alla prima età imperiale romana (I secolo d.C.): gli scavi archeologici hanno portato alla luce una dimora con strutture lignee, successivamente ampliata ad uso probabilmente termale. Nel corso dei secoli si aggiunsero ulteriori elementi e nell’VIII secolo l’edificio assunse ruolo di culto. Durante il medioevo la chiesa era collegata a un monastero benedettino femminile, oggi purtroppo scomparso: a presiedere la chiesa oggi ci sono i frati cappuccini, che ne abitano la canonica annessa. Alla fine degli anni 60 del secolo scorso un imponente restauro ha permesso di restituire alla chiesa l’aspetto originario del XII secolo, eliminando le inutili aggiunte fatte nel corso dell’800.

L’interno della chiesa rossa ci riporta in un mondo antico: sulle pareti dell’unica navata, immersa nel silenzio, sopravvivono frammenti di affreschi di scuola giottesca e giunti presso l’altare, attraverso lastre di vetro poste sul pavimento, è possibile intravedere i sottostanti livelli archeologici, con le strutture murarie e i mosaici dei periodi romano e medioevale. L’aspetto della chiesa che possiamo ammirare oggi è quello di un tipico edificio di culto cattolico di epoca duecentesca, in puro stile romanico lombardo: mattoni a vista e una semplice facciata a capanna dove si apre un unico portale sormontato da un’ampia monofora e abside posteriore di perfetta forma romanica.


Biblioteca civica multimediale

Nel progetto di riqualifica, una tra le prime opere ha interessato la stalla, un complesso lungo più di 100 metri facente parte dell’originaria cascina ottocentesca. Purtroppo poco si è potuto fare per salvare le capriate che sostenevano il tetto: gli anni di incuria a cui sono state soggette ha infatti reso impossibile il loro recupero. Di conseguenza si è optato per una sostituzione del tetto, realizzando una copertura in legno di rovere nel rispetto del contesto storico ed architettonico dell’edificio e mantenendo due capriate esistenti senza funzione portante. Inoltre il progetto di recupero ha mantenuto la struttura originaria della stalla, andando a ricreare la comunicazione tra interno ed esterno grazie alle ampie vetrate che si affacciano sul parco. La biblioteca è oggi un importante polo culturale e non solo per il quartiere: sono infatti molteplici gli eventi realizzati nei suoi spazi, dedicati a un pubblico eterogeneo. Si va infatti da letture e incontri con gli autori a eventi connessi all’alimentazione e alla tradizione eno-gastronomica legata al contiguo Parco Agricolo Sud Milano e momenti dedicati ai bambini. E proprio i bambini trovano all’interno della biblioteca una sala di lettura a loro dedicata decorata con murales ispirati al tema dell’Arca di Noè.


Chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa

Proseguendo nel nostro giro lungo il quartiere Stadera è difficile non scorgere l’imponente della Chiesa Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa (da non confondere con l’antico edificio di Santa Maria alle Fonti). Si tratta di un esempio di costruzione moderna, progetta e costruita nel 1932 da uno tra i maggiori architetti e urbanisti del 900: Giovanni Muzio (tra i suoi progetti l’Università Cattolica del Sacro Cuore e il Palazzo dell’Arte, oggi sede della Triennale) . Bisogna entrare nella chiesa per ammirarne le principali caratteristiche: gli spazi spogli sono infatti messi in risalto da neon colorati posizionati da Dan Flavin. L’interno ospita infatti un’installazione permanente purtroppo postuma del celebre artista minimalista americano, quasi una sorta di testamento (Flavin infatti morì pochi mesi prima del completamento dell’installazione). L’opera è stata commissionata all’artista dal parroco della chiesa il reverendo Giulio Greco ed è stata realizzata con il contributo della Fondazione Prada e l’assistenza del DIA Center for the Arts di New York. Riportiamo un brano della lettera con cui il parroco è riuscito a convincere Flavin: “vorrei che l’interno della chiesa ricordasse tutte le sofferenze della città di oggi. Ma nella luce di un’espressione che è già dialogo con qualcuno che ascolta e che può sommare tutto il male al male della croce. Questa collocazione è significativa: indicare la strada della speranza.” Neon colorati separano spazi e gli ambienti, assecondando con il loro cromatismo il passaggio della luce naturale nei diversi momenti della giornata: abbiamo quindi il rosso per il transetto, l’oro per l’abside, il blu e il verde per la navata centrale. In questo modo, procedendo dalla navata verso l’altare, le successioni cromatiche suggeriscono e imitano la progressione della luce naturale e il passaggio, anche simbolico, dalla notte all’alba. Un’altra particolarità della chiesa è un labirinto in lamiera di acciaio posizionato sul pavimento al centro della navata e progettato secondo uno studio dei modelli matematici alla base degli antichi labirinti delle cattedrali medioevali.


Auditorium Fondazione Cariplo

Infine tra le opere che rendono più vivibile, attivo e vivace il quartiere on si può non menzionare l’Auditorium di Milano fondazione Cariplo: una sala concerti di respiro internazionale inaugurata il 6 ottobre 1999 che ospita la fondazione Orchestra Sinfonica e il coro sinfonico di Milano Giuseppe Verdi.


Il complesso cascine chiesa rossa è quindi un esempio di riqualificazione di un’area fatta nel rispetto della cittadinanza, dove passato e modernità si incontrano per dare origine a uno spazio pensato per la condivisione, un vivace punto di incontro sociale e culturale che mantiene vivo il senso di appartenenza ad un quartiere, cercando di integrare i diversi punti di vista che lo compongono.

Per Approfondimenti:

Sito Santa Maria alla Fonte

Sito Orchestra Sinfonica La Verdi

SIto Dia Art Foundation