Santa Maria Incoronata: una chiesa doppia in corso Garibaldi, la cui edificazione porta con sé tutti gli ingredienti per una potenziale serie tv, sulla falsariga di quelle dedicate ai Borgia o ai Medici.
Svolgiamo insieme la trama di questa storia di amori, tradimenti e promesse di fedeltà eterna.

  1. La storia
  2. La chiesa
  3. Come arrivare
  4. Approfondimenti

La storia

In primo luogo la chiesa di Santa Maria Incoronata presenta una particolarità che balza subito agli occhi e che la rende una tra i più importanti monumenti della Milano del ‘400. Il complesso architettonico è infatti caratterizzato da una doppia facciata, al cui cospetto rimaniamo quasi smarriti, quasi incerti dell’accuratezza della nostra percezione visiva, come se ci trovassimo di fronte ad un’illusione ottica. Ma non si tratta affatto di un’illusione: sono proprio due le facciate che ci si parano dinnanzi. In realtà si tratta di due chiese gemelle, costruite in due diversi momenti e successivamente unificate.

La struttura più antica risalente all’epoca dei comuni è quella sulla parte sinistra, in origine chiamata Santa Maria di Garegnano e di proprietà dei padri Agostiniani. Le antiche strutture della piccola chiesa originaria sorgevano in corrispondenza delle attuali seconda e terza cappella laterale della navata sinistra. Nel 1445 i padri Agostiniani cedettero l’antica chiesa alla Congregazione Lombarda dell’ordine di Sant’Agostino che ne iniziò la ristrutturazione in stile tardo gotico. Per una fortunata coincidenza, i lavori di restauro terminarono nel 1451, proprio in occasione dell’incoronazione a Duca di Milano di Francesco Sforza: di conseguenza si pensò di rinominare la chiesa Santa Maria Incoronata, come omaggio alla nuova autorità cittadina della città. Lo stesso anno su iniziativa della moglie dello Sforza, Bianca Maria Visconti, cominciarono i lavori di costruzione di una nuova chiesa intitolata a San Nicola da Tolentino: nelle intenzioni della duchessa, la nuova chiesa sarebbe dovuta essere identica alla prima, cui doveva essere inoltre collegata in modo da formare un’unica nuova chiesa. Tuttavia fu l’anno successivo a vedere i maggiori lavori di ampliamento del complesso di Santa Maria Incoronata, dovuti alla donazione, da parte del Duca di Milano, di un appezzamento di terreno destinato ad accogliere un nuovo convento e l’orto. E proprio sulla scia di questo interessamento del Duca verso la chiesa di Santa Maria Incoronata, alcune illustri famiglie milanesi iniziarono a farsi costruire nelle cappelle laterali i propri sepolcri.

Iniziamo ora ad addentrarci nella parte più romanzata della storia di Santa Maria Incoronata, quella che coinvolge il rapporto tra Francesco Sforza e la moglie Bianca Maria Visconti. Durante i primi anni della reggenza milanese, Francesco era spesso assente, a causa dei numerosi conflitti che in quegli anni affliggevano il territorio. Voci maligne misero in dubbio la fedeltà di entrambi gli sposi: per mettere a tacere questi pettegolezzi Bianca Maria decise di erigere la seconda chiesa, identica alla prima, come simbolo di amore e fedeltà.

Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti

L’unificazione dei due edifici iniziò nel 1468 per terminare intorno al 1485: in questo modo il complesso risultante di Santa Maria Incoronata venne a possedere un’unica planimetria quadrata con due navate, due absidi e sei cappelle laterali. Negli anni successivi ulteriori lavori interessarono altre parti di Santa Maria Incoronata, in particolare con la costruzione tra il 1480 e il decennio successivo del chiostro piccolo e della Biblioteca Umanistica (1487) uno dei rarissimi esempi giunti fino a noi di biblioteca dipinta. Nel 1510 si costruì un nuovo refettorio e il terzo chiostro purtroppo entrambi oggi scomparsi. Lo scalone monumentale è opera settecentesca risalente al 1751. Nel 1798, in seguito alle riforme napoleoniche il convento agostiniano fu soppresso e nel corso dei successivi secoli Santa Maria Incoronata è andata incontro a diverse destinazioni: lazzaretto, magazzino, carcere e anche scuola di agraria. Nel 1900 sotto la direzione del famoso architetto milanese Pellegrini furono compiuti i restauri che l’hanno riportata al progetto originario.

La chiesa

Il complesso attuale di Santa Maria Incoronata, come abbiamo visto, presenta una pianta quadrata con due navate che terminano entrambe con absidi poligonali su cui sulle quali si aprono le sei cappelle laterali. I lavori di restauro eseguiti tra il 1652 e il 1654 se da un lato comportarono la distruzione della decorazione parietale quattrocentesca, dall’altra ci regalarono affreschi realizzati da esponenti di spicco dell’arte pittorica seicentesca, quali Ercole Procaccini e a Giovanni Stefano Montalto. Le cappelle delle navate laterali furono destinate alla sepoltura di esponenti delle più illustri famiglie milanesi del ‘400 e proprio per questa loro destinazione sono mirabilmente affrescate, con opere di squisita fattura. Tra queste cappelle, abbiamo deciso di presentare quelle di maggior rilievo.

La prima cappella della navata sinistra è indubbiamente la più celebre, in quanto vi è parzialmente conservato un affresco eseguito da Ambrogio da Fossano detto il Borgognone (suoi affreschi sono presenti nella Basilica di San Simpliciano e nella chiesa di San Pietro in Gessate), “il Torchio mistico”. L’opera risale alla seconda metà del quindicesimo secolo e rappresenta la “torchiatura” di Cristo, simbolo del sacrificio eucaristico. Nell’affresco la croce prende le forme di un torchio e il sangue delle ferite del Cristo discende in un calice come se fosse vino.

Il “Torchio Mistico” di Borgognone

Procedendo lungo la navata sinistra troviamo la cappella intitolata alla Vergine Incoronata, titolare della Parrocchia, e a San Nicola da Tolentino: mentre sulle pareti sono conservati dipinti murali di Ercole Procaccini il giovane e di Giovanni Stefano Montalto, sulla cupola trovano invece posto affreschi eseguiti da Luigi Pellegrini detto Scaramuzza o il Perugino.

Lungo la navata destra è collocata la Cappella del Sacro Cuore, che prende il nome dall’altare che vi trova posto. Questa cappella conserva la lastra tombale dell’arcivescovo Gabriele Sforza, realizzata con lo stesso marmo usato per il Duomo di Milano e precedentemente posta a livello della pavimentazione nella navata centrale.

Infine la cappella “Mercalli” dove trovano riposo le spoglie di monsignor Gaetano Mercalli (1856 – 1934) prevosto dell’Incoronata e il suo celebre fratello, quel Giuseppe Mercalli (1850 – 1914) sacerdote e professore ma soprattutto ideatore della Scala sismica che porta il suo nome.

Per quanto riguarda le due absidi, quella di sinistra è in realtà un rifacimento ottocentesco dell’originaria cappella della Natività e dal 1827 vi trova posto l’altare maggiore disegnato dal famoso Giulio Aluisetti (spesso ricordato quale autore di un restauro scellerato della basilica di San Simpliciano). L’abside di destra invece è identificabile con l’antica cappella realizzata nel 1471 e dedicata all’Annunciazione: delle originarie decorazioni rimane visibile solo un piccolo frammento, riconducibile alla Natività di Maria.

La Biblioteca Umanistica collocata al primo piano è un incanto, cui si accede attraverso un arco trionfale decorato con i colori dell’arcobaleno: qui, tra le tre navate sostenute da colonne di granito che conservano ancora parte dell’antica pittura a finto marmo e le pareti affrescate con dottori e teologi dell’ordine agostiniano, è facile immaginare qui i frati chini su testi antichi, avvolti da un solenne silenzio.

Infine il chiostro grande è l’unico sopravvissuto dei tre originari (sebbene parzialmente demolito): realizzato negli anni compresi tra il 1451 e il 1480, fu impostato sul modulo ad quadratum teorizzato da Filarete e presenta portici con archi a sesto acuto e resti di affreschi quattrocenteschi.

Come arrivare

La chiesa di Santa Maria Incoronata si trova alla fine di Corso Garibaldi, in una zona altamente servita dal trasporto pubblico. Dalla sede dell’International Residence di via Gustavo Modena 4 è possibile raggiungere la chiesa molto comodamente, scegliendo tra diverse opzioni: è infatti possibile utilizzare il tram, il passante ferroviario, l’autobus e anche la metropolitana. Tutte le fermate sono situate a pochi passi di distanza dalla nostra sede.

Approfondimenti

Per approfondimenti sulle basiliche citate, vi rimandiamo ai seguenti link:

San Giovanni in Conca – 97 dopo Cristo

Abbazia di Milano: 6 abbazie milanesi

http://www.parrocchiasantamariaincoronata.it/