1. Molino Dorino – Milano
2. San Giuliano Milanese – Milano
3. San Vittore Olona – Milano
4. Nerviano – Milano
5. Madignano – Crema
6. Fine

I mulini di Milano: potrebbe essere l’inizio di una filastrocca e in effetti l’atmosfera che circonda i mulini, soprattutto quelli ad acqua, possiede un fascino che rimanda in qualche modo al mondo dell’infanzia, un fascino fuori al tempo. I mulini con le loro possenti ruote si stagliano lungo il paesaggio, mantenendo inalterata la loro forza attrattiva, anche nel caso (ormai molto frequente) in cui abbiano perso la loro originaria funzione di macina.
A prima vista potrebbe sembrare strano che in una città come Milano possano essere ancora presenti dei mulini. Ma se ci fermiamo un attimo a riflettere troveremo questa stranezza solo apparente: la stessa toponomastica di Milano testimonia la presenza di queste strutture, come nel caso di via Molino delle Armi.
In fondo Milano era città d’acqua e il suo era terreno fertile per le coltivazioni. Oltre a ciò, basti pensare all’importanza che i mulini hanno avuto per la nostra sussistenza: non a caso possedere e gestire un mulino era anche motivo di potere, al punto che personaggi illustri quali i Visconti e gli Sforza fecero costruire alcune fortificazioni sui mulini lungo il fiume Olona. Anche importanti istituzioni cittadine e clericali avevano mulini tra i loro possedimenti: ad esempio nel 1700 si potevano annoverare, tra questi possidenti, l’Ospitale Maggiore di Milano e la mensa Arcivescovile della Diocesi Milanese. Milano ha visto fiorire un’intensa attività idraulica, per ragioni sia difensive sia produttive, a partire dalla metà del XII secolo e dalle opere di ricostruzione dopo la distruzione del Barbarossa. Infatti proprio in questo periodo vengono deviati i tre fiumi principali della città (il Seveso, l’Olona e il Lambro) per riempire il fossato scavato a difesa di Milano e che diventa in questo modo un bacino sfruttabile per le attività produttive. Inoltre sempre in questo periodo si ha l’apertura del Naviglio Grande destinato anch’esso ad aumentare il flusso di merci in entrata e in uscita. Da quel momento inizia a fiorire l’attività dei mulini che servono sia per la macinatura dei cereali sia per le industrie di altri settori, come la carta. La crescita di Milano città d’acqua raggiunge l’apice nel corso dell’Ottocento, con la parallela crescita dell’importanza dei suoi mulini attesta anche dal prestigio sociale dei molitori.
Quindi perché non programmare una passeggiata alla scoperta di queste antiche e moderne strutture? Alcuni dei mulini sono rimasti quasi intatti, magari riadattati a nuovo uso, altri purtroppo sono andati incontro a degrado, in seguito al loro abbandono. Dunque diamo una rapida scorsa ad alcuni di questi affascinanti mulini, presenti sia a Milano che nelle immediate vicinanze.


  1. Molino Dorino – Milano

Molino Dorino, non è solo la fermata della metropolitana: in realtà quest’ultima deve il suo nome proprio alla presenza nelle sue immediate vicinanze di questo antico mulino. Si tratta dell’ultimo mulino con macine e ingranaggi ancora integri esistente, tra tutti i mulini che erano presenti nella nostra città: i primi documenti dove viene citato sono delle mappe del 1659 mentre sia il nome che l’attuale struttura a ferro di cavallo rovesciato del complesso derivano dalla famiglia Dorino che l’acquistò agli inizi del XX secolo.
Come abbiamo detto, il mulino si trova a un centinaio di metri dalla omonima stazione metropolitana ed è visibile dal piazzale della stazione stessa. Purtroppo in questo caso il mulino si trova in uno stato di abbandono, quasi dimenticato, incuneato com’è al centro di una lingua di terreno, tra il piazzale della stazione e la strada provinciale, semi nascosto da un lungo muro dietro il quale sono allineati i depositi dell’Atm. Anche se l’attuale stato di degrado in cui versa oggi l’antica cascina qui, in un passato non così troppo remoto, venivano macinati lino per produrre l’omonimo olio, frumento e riso. Qui le pale del mulino prendevano forza dalle acque del fontanile Cagnola che venne poi prosciugato in seguito all’attivazione della raffineria Condor: ma le pale continueranno a lavorare grazie all’elettricità mantenendo attivo l’impianto molinatorio fino agli anni ottanta del XX secolo.
Il Molino Dorino continua a resistere nonostante tutto, anche ai progetti di demolizione del 2017 per consentire l’ampliamento del deposito “Gallaratese” dell’ATM. Per scongiurare quel progetto si sono mosse diverse realtà: l’associazione RURALIA (Associazione Italiana per il Recupero Unitario delle Realtà Agricole e dei Luoghi) ha raccolto 2000 firme mentre lo stesso Municipio 8 ha dato parere contrario all’abbattimento. Ad oggi il mulino è completamente ricoperto dalla vegetazione ma al suo interno sono in buono stato di conservazione le macine, gli ingranaggi e gli attrezzi che servivano all’attività e che risalgono anche all’800. Mai come in questo caso sarebbe auspicabile un progetto di riqualificazione e recupero di quest’area, testimonianza del passato della nostra città.


  1. San Giuliano Milanese – Milano

A San Giuliano troviamo uno dei pochi mulini ancora in attività, il mulino Fiocchi, che presenta una struttura molto particolare dovuta alla successione di tre corpi di fabbrica realizzati in momenti diversi. L’ edificio e l’impianto originario risalgono alla fine del Settecento mentre l’edificio con la ruota venne costruito alla fine dell’Ottocento dopo un incendio che distrusse il fabbricato precedente. La trasformazione in mulino è opera della famiglia Fiocchi che nel 1920 aveva acquistato la proprietà, dando poi inizio a una serie di ampliamenti nel 1905 e nel 1940. Nel moderno impianto ha oggi sede l’azienda Cerealia e l’antica ruota è stata recentemente restaurata e rimessa in funzione sia a scopo didattico sia per la produzione di cereali.

Sito Ufficiale molino Fiocchi


  1. San Vittore Olona– Milano

Lungo le rive dell’Olona, uno dei fiumi maggiori di Milano, sorgevano numerosi mulini: nel 1606 tra la sua sorgente della Rasa di Varese sino alla città di Milano se ne contavano 106 di cui 105 utilizzati per la macinatura del grano, mentre uno di proprietà dei Reverendi Frati di San Vittore Olona e ubicato a Milano, azionava un maglio per la produzione di armi e corazze (sorvoliamo sulla contraddizione di questa diversa attività produttiva). Ma la presenza di mulini lungo questo corso d’acqua era ancor più antica: infatti se ne attestava l’esistenza già nel 1043 tra le località di Legnano e Castegnate. Particolarmente ricca di mulini era la zona di San Vittore Olona, dove la forza del fiume permetteva di muovere agevolmente le grandi pale che frantumavano il grano e gli altri cereali coltivati nei campi circostanti. La rivoluzione industriale del XIX e del XX secolo fece perdere a San Vittore Olona la connotazione di borgo agricolo, che, a poco a poco, assistette impotente alla dismissione dei caratteristici mulini, gradualmente sostituiti da opifici, cartiere, tessiture e calzaturifici artigianali.

Tra i mulini di questo territorio, troviamo il Mulino Meraviglia, incastonato nel Parco dei Mulini, dove storia e natura si intrecciano per tenere viva la memoria delle nostre tradizioni. Il paesaggio qui è fortemente suggestivo proprio per la presenza di numerosi mulini ad acqua, alcuni dei quali ancora in ottimo stato di conservazione. Il mulino Meraviglia è uno degli storici “Cinque Mulini” attraversati dalla corsa podistica internazionale Cinque Mulini Cross Country che si disputa ininterrottamente dal 1933 proprio in questo parco ed è uno tra i mulini meglio conservati dell’intero territorio. La prima testimonianza dell’attività del mulino Meraviglia risale agli inizi del 1600 anche se sembra che il nucleo originale possa risalire al tredicesimo secolo. L’attività del mulino si è protratta fino agli anni novanta del secolo scorso, dopodiché mulino Meraviglia è stato convertito ad azienda agricola conservando intatti al suo interno i vecchi utensili e le vecchie attrezzature.


  1. Nerviano – Milano

A meno di un’ora dalla sede dell’International Residence, procedendo lungo la strada del Sempione, in località Mulino Starqua, possiamo visitare uno dei mulini sopravvissuti e parzialmente riconvertiti: il Mulino Star Qua. Il nome di questo mulino ha origine da un avvenimento che si narra accaduto nel 1853, quando il coraggioso mugnaio, di fronte a una truppa armata del generale Radetzky, pronta a derubarlo e a cacciarlo dalla sua casa, rispose “Noi vogliamo star quà”. Una lastra di pietra, all’interno del mulino ricorda l’episodio.

Qui antiche sale del mulino, ancora intatte e visitabili, ospitano lo spaccio dell’azienda agricola Riso del Castello specializzata, come dice il nome, nella produzione di riso coltivato nei territori di Biella e Vercelli. Oltre a varie tipologie di riso è possibile acquistare anche altri prodotti tipici, quali mieli, vini, salumi piemontesi, legumi, pasta artigianale.

Sito Ufficiale Riso del Castello


 

  1. Madignano – Crema

Il nostro viaggio per mulini ci porta in provincia di Crema, in località Madignano, raggiungibile in meno di un’ora partendo dall’International Residence. Questo mulino è un edificio dei primi dell’800, piccolo e ben ristrutturato, e dal 1991 proprietà del Comune di Madignano: al suo interno sono ancora presenti una macina in pietra e un recente laminatoio entrambi utilizzati per macinare il mais e il frumento. Inoltre l’edificio conserva i locali dell’abitazione del mugnaio e numerosi attrezzi agricoli ed artigianali della prima metà del secolo scorso. L’ottimo stato di conservazione si deve all’iniziativa del comune e dei privati che misero moto a un’importante lavoro di recupero e restauro dell’edificio (inutilizzato dagli anni Settanta) terminato nel corso del 1994 e che diede vita al Museo dell’Arte Molitoria e della Civiltà Contadina. Oltre alla visita guidata è anche possibile, per le scolaresche, assistere alla dimostrazione pratica del funzionamento del mulino, sin dalla prima fase della macinatura. L’intento che ha portato alla conversione del mulino in museo è proprio quella di tenere viva la memoria delle nostre radici.

Sito Ufficiale Museo di Madignano


  1. Fine

Siamo arrivati alla fine di questo breve viaggio virtuale, sperando di avere trasmesso un po’ del fascino che in suscitano questi mulini. Un fascino malinconico, visto lo stato di abbandono in cui purtroppo versano molti di questi mulini.

Come avuto già modo di dire, sarebbe davvero auspicabile che venissero messi in atto dei progetti per il recupero di queste strutture, che sono state compagne fedeli della nostra storia.

Per ulteriori approfondimenti rimandiamo a questo articolo sull’ecomuseo di Leonardo dove si può ammirare il famoso Rudun.